RECENSIONI
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direttore responsabile _ Giovanni Pasqualino_


 

 

 

 


 

Tramonti Musicali sul Barocco di Catania

Le panoramiche terrazze che circondano la cupola della monumentale chiesa della Badìa di S. Agata, hanno accolto il concerto inaugurale della stagione concertistica “Tramonti musicali sul barocco di Catania”, promossa dal Coro Lirico Siciliano. La rassegna, che si protrarrà fino al 2 settembre, consentendo la suggestiva visione della città etnea, è stata introdotta dal presidente del coro Francesco Costa che ha presentato l'ampia locandina della serata dal titolo “La mia canzone vola”, quale omaggio al centenario della morte di Francesco Paolo Tosti, nonché alla canzone italiana del 19° e 20° secolo. La ricca cernita, alquanto gradita dal pubblico in una mite frescura estiva, si poneva in luce con la fine interpretazione del baritono Alberto Maria Munafò accompagnato al pianoforte elettrico dalla valida Annalisa Mangano. Il ventaglio di carezzevoli nuances legate alla romanza per voce e pianoforte di Tosti, ha visto il duo addentrarsi nello specifico repertorio dell'Ottocento che valorizzava il garbo e l'incisività melodica di Munafò, non sempre in rilievo tra qualche eccesso di un pianoforte un po' sonoro; ma certamente il cantante ha ben dispiegato la sua vocalità tra le inflessioni testuali delle liriche Non t'amo più, A vucchella, Serenata e Malìa, attinte dalla nutrita produzione del musicista, che amò coltivare la tradizionale vena salottiera del melodramma, rifuggendo dalle innovazioni. Il pubblico ha di gran lunga applaudito anche la seconda parte del concerto svoltasi con altrettanta fluidità, all'insegna di un fraseggio netto e trasparente da parte di Munafò in collaudato sodalizio con la Mangano, la quale ha colto la felice occasione per evidenziare anche le sue capacità di accorta interprete solista. Le attenzioni vertevano dunque su motivi rinomati, come Mattinata di Ruggero Leoncavallo, Musica proibita di Gastaldon, Non ti scordar di me di Furno e De Curtis, Mamma di Bixio e Cherubini, O sole mio di Capurro e Di Capua: il tutto condotto sul filo di un belcantismo che in armonia col pianoforte ha fruito di toni ponderati e raccolti accanto a una bella solarità, nell'ambito di quella canzone da sempre omaggiata dappertutto, in quanto vetrina di una spiccata vena compositiva tutta italiana.

Anna Rita Fontana

3/8/2016