Il Trio Albatros suona per la SCAM
Si è svolto nella Sala Archi del Katane Palace Hotel di via Finocchiaro Aprile il secondo appuntamento della stagione concertistica 2016-2017 promossa dalla Scam (Società Catanese Amici della Musica) sotto la presidenza del musicologo Giuseppe Montemagno e la direzione artistica del compositore Matteo Musumeci. I riflettori questa volta si puntavano sul “Trio Albatros” (già qualificatosi sul fronte intercontinentale) composto dai fratelli milanesi Stefano Parrino al flauto, Francesco Parrino al violino, e dalla pianista friulana Valentina Messa. Un sodalizio di alta competenza e raffinata musicalità, snocciolate sul filo di un'intrigante neoavanguardia permeata di basi classiche. Ad aprire e chiudere la performance l'atmosfera catturante di Nino Rota, in incipit nel Trio per flauto, violino e pianoforte (e alla fine con Rotafantasy) che ha delineato l'impronta di un Novecento grintoso e innovativo fra toni da suspense e frenesie avveniristiche dai colori spiccati: il flautista e il violinista ne affrontavano con piglio lucente i ritmi burrascosi di sapore stravinskiano, che si alternavano a distese oniriche e avvolte da un alone metafisico, su un fitto sostrato pianistico di estrema precisione negli attacchi, grazie all' accurata pianista.
Munito di tecnica forbita, il Trio Albatros non lesinava nitore di geometrie bachiane in due composizioni di Ferruccio Busoni, tanto avvezzo al compositore di Eisenach da averne attuato la revisione del secondo libro del Clavicembalo ben temperato. Ed ecco il Trio per flauto, violino e pianoforte, accanto al Divertimento per flauto e pianoforte, dove il rigore barocco interagiva con richiami al linguaggio cameristico del tardo romanticismo di Johannes Brahms. L'attenzione si spostava poi ad Erik Satie, fugace e giocoso, perfino grottesco, in una breve successione di brani quali Choses vues à droite et à gauche (sans lunettes), Choral Hypocrite, Fugue à tatons e Fantasie musculaire. Quel Satie che a seguire, il musicista lombardo Luca Russo (1971) immerge in un dialogo serrato, ludico e spiritoso, come affiora da GymnoSatie (il primo della terna composta per il Trio e selezionata per l'occasione) per flauto, violino e pianoforte, su scansioni irruente di quest'ultimo, in un volgersi curioso al futuro che attinge alla linfa del secolo precedente.
Il versante innovativo proseguiva con altri due pezzi scritti espressamente per il Trio Albatros: dal repertorio di Paolo Gasparin (1978) si eseguivano le Variazioni su un tema di Rota per flauto e violino, dove l'inventiva d'ispirazione cinematografica attingeva alla colonna sonora del film La strada di Fellini; da ascrivere invece al duo Nino Rota- Rocco Abate, l'originalissimo Rotafantasy, dove gli interpreti trascinavano l'uditorio fra andamenti eterei di stile debussysta e aforismi espressionisti con vibrati di arcata sul ponticello: il tutto giostrato sullo splendido melodizzare delle musiche composte da Nino Rota per i film felliniani Amarcord, Otto e mezzo, e Il gattopardo di Luchino Visconti. A fine serata il pubblico ha manifestato il suo entusiasmo elargendo calorosi e di gran lunga meritati applausi, ai quali Il Trio rispondeva con due apprezzatissimi bis di Astor Piazzolla.
Anna Rita Fontana
22/12/2016
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