RECENSIONI
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direttore responsabile _ Giovanni Pasqualino_


 

 

 

 


 

Musiche di Brahms, Schumann e Clara Wieck

al Bellini di Catania

Robert Schumann teneva un diario nel quale annotava i fatti più importanti e significativi della sua esistenza e in una pagina datata 31 settembre 1853 scriveva: «Visita di Brahms. Un genio!». In realtà egli aveva accolto in modo cordiale e bonario il giovane compositore proveniente da Amburgo nella sua casa e aveva subito simpatizzato con lui. Nel corso dell'incontro Brahms si era messo al pianoforte e aveva eseguito il primo tempo della Sonata in do maggiore op. 1. Terminato il brano Schumann si era alzato di scatto e uscendo tutto agitato dalla stanza era corso a chiamare la moglie Clara affinché anche lei potesse ascoltare il giovane prodigio. Nei giorni seguenti Brahms diventerà assiduo frequentatore di casa Schumann, dove spesso verrà invitato a pranzo e dove avrà modo di fare ascoltare altre sue composizioni. Purtroppo cinque mesi dopo, il 27 febbraio 1854, Schumann in un accesso di pazzia, si era gettato nel Reno e Brahms allora si era recato di nuovo a Düsseldorf per cercare di dare il suo appoggio alla coppia. Giornalmente faceva visite a Clara per confortarla e anche al povero infermo che sembrava sempre lieto di rivedere il “suo Giovanni”. Così passarono circa due dolorosi anni, fino alla morte di Robert, avvenuta il 29 luglio del 1856, nei quali il compositore amburghese fu di grande sostegno a Clara e a i suoi figli. Molti biografi avanzarono anche qualche insinuazione di coinvolgimento erotico fra i due, ma questa teoria non è mai stata suffragata da prove concrete. Sicuramente fra Clara e Johannes ci fu simpatia, affetto e abnegazione reciproca, ma se tale grande corrispondenza amorosa sia rimasta al puro aspetto platonico o si fosse attualizzata fino all'intimità fisica, non è dato sapere.

Il concerto del 18 novembre al Teatro Massimo Bellini di Catania (con replica il 19) ha esibito musiche scritte dal trio di grandi artisti di cui sopra abbiamo già parlato: l'Intermezzo dalla Sonata F.A.E. per violino e pianoforte e Phantasiestücke per violoncello e pianoforte op. 73 di Robert Schumann; la Sonata n. 1 per violino e pianoforte in sol maggiore op. 78 di Johannes Brahms e il Trio in sol minore per pianoforte, violino e violoncello op. 17 di Clara Wieck Schumann.

Ad eseguire il magnifico programma sono stati il violinista Gabriele Pieranunzi, il violoncellista Luca Signorini e il pianista Luca Ballerini i quali hanno interpretato i brani con buon affiatamento, egregia coordinazione e valida intesa. Così sonorità romantiche, nostalgiche e soffuse si sono librate per l'intero teatro suscitando nel pubblico presente calorosi applausi e partecipati consensi all'abile e prestante trio di strumentisti, che hanno risposto con un pregevole encore: Rondo in the Gypsies's Style di Haydn.

Giovanni Pasqualino

21/11/2019