Il Trovatore
all'Arena di Verona
L'ultima recita de Il Trovatore di Giuseppe Verdi all'Arena di Verona ha avuto due interessanti cambi cast. Dello spettacolo con regia e scene di Franco Zeffirelli ho già parlato nella recensione del 10 agosto. Lo spettacolo si riconferma, pur con qualche distinguo, uno dei migliori non solo del maestro fiorentino ma dell'intera proposta areniana degli ultimi anni. Godibilissimo, imponente e credibile. Inoltre l'opera si rappresenta in due parti con un solo intervallo, è auspicabile che nelle future nuove realizzazioni la Fondazione Arena prenda seriamente in considerazione tali soluzioni offrendo al pubblico una serata con tempi accettabili. Sul podio sempre il maestro israeliano Daniel Oren, il quale si conferma in una direzione precisa, impostata nel solco della tradizione (tutti i da capo tagliati) e con qualche arbitrario accomodamento tonale. Tuttavia, è doveroso rilevare che i tempi erano sovente molto lenti, ad esempio finale atto primo, e certe sezioni dei duetti, mentre nelle grandi scene corali l'impeto è pertinente e vivace. Non ho mai capito perché sin dall'inizio in quest'allestimento siano stati inseriti brevi frammenti delle danze, composte in seguito da Verdi per l'edizione parigina. Non si poteva eseguire tutto il balletto? Sarebbe stata una preziosa perla che pochi ascoltatori conoscono. Tuttavia Oren sa condurre l'opera e non avendo fuoriclasse sul palcoscenico conduce la nave in porto con onore, senza intralci e rilevanti sfasature.
Protagonista era il giovane tenore Murat Karahn, il quale pare sia stato “cover” per la produzione e premiato con quest'ultima recita. Una bella scoperta e sorpresa per chi scrive. Il cantante è in possesso di voce bella, rotonda e ben impostata, con l'aggiunta di una spiccata facilità in acuto. Caratteristiche che sono alla base per il ruolo di Manrico. Qualche problema, molto limitato, si è avuto nella zona del passaggio ma dobbiamo considerare sia la giovane età sia il debutto nella produzione. La grande aria “Ah, si ben mio” è stata eseguita con ammirevole partecipazione, ricchezza di armonici e colori, cui è seguita una cabaletta di tutto rispetto.
L'altra new-entry è stata quella del baritono veronese Simone Piazzola, Conte di Luna, il quale ha dimostrato ancora una volta di essere una delle voci giovani di grandi speranze del panorama italiano. Piazzola ha sfoderato una proprietà d'accento e stile molto apprezzabili, eseguiti attraverso un canto morbido, musicalissimo e nobile, ritagliandosi un personale successo tutto meritato. Diversamente da quando ascoltato in teatro al chiuso, ho notato un leggero contenimento di volume, ma non è possibile dare un giudizio preciso considerato l'amplificazione oggi utilizzata in Arena.
Il resto del cast era eguale alle altre recite. Hui He, Leonora, mantiene sempre un timbro affascinante ma i limiti tecnici sono evidenti sia in zona acuta sia nel legato, che vanno a discapito delle bellissime mezzevoci di un tempo, cui si aggiunge la difficoltà di mantenere l'intonazione. Un vero peccato, però dobbiamo anche osservare che la continua insistenza su un repertorio pesante, con qualche eccesso di ruolo, hanno prodotto la situazione attuale.
Violeta Urmana, Azucena si riconferma, ancora una volta egregia cantante e buona interprete, che utilizza un mezzo vocale, ora rientrata nel registro di mezzosoprano, molto uniforme, di grande senso drammatico e teatrale. Qualche acuto è leggermente forzato ma è poca cosa rispetto alla resa di un personaggio ben realizzato senza svarioni e di grande personalità.
Sergey Artamonov, Ferrando, era molto più composto e lineare rispetto all'altra recita, più preciso e vocalmente meno scomposto, facendosi ben apprezzare. Completavano la locandina con onesta professionalità: Elena Borin (Ines), Antonello Ceron (Ruiz), Victor Garcia Sierra (vecchio zingaro) e Cristiano Olivieri (un messo). Anfiteatro quasi esaurito e successo trionfale al termine.
Un'appendice. La situazione della Fondazione Arena è nota a tutti, pertanto non serve aggiungere altro. Dobbiamo registrare che la stagione estiva è stata molto positiva per presenza di pubblico, oltre le aspettative, ma restano ancora da sciogliere nodi importanti. La nomina del nuovo sovrintendente, cosa ne sarà del corpo di ballo, i due mesi di sospensione dell'attività artistica, la futura programmazione invernale. Nessuna comunicazione a oggi sia dai vertici della Fondazione sia da Palazzo Barbieri. Attendiamo con fiducia e speranza.
Lukas Franceschini
5/9/2016
Le foto del servizio sono di Ennevi-Arena di Verona.
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