Il Trovatore alla Fenice di Venezia
La Fondazione Teatro La Fenice di Venezia si sta trasformando in un teatro europeo puntando ad una programmazione continua nell'arco di undici mesi annuali. In tale ottica gli spettacoli da agosto fino alla prossima inaugurazione, con Simon Boccanegra, saranno tutte produzioni “riprese” di spettacoli veneziani con cast alternativi rispetto alla prima esecuzione. Tali sforzi artistici sono più che appropriati in questo periodo che vedono i fondi destinati alle fondazioni lirico-sinfoniche sempre più ridotti, inoltre La Fenice sfrutta la particolare condizione della città lagunare, unica al mondo, sempre affollata di turisti.
Abbiamo assistito ad una recita de Il Trovatore di Giuseppe Verdi, allestito in collaborazione con il Festival Verdi di Parma nel 2010, spettacolo creato da Lorenzo Mariani. L'allestimento è molto pulito e lineare, la scena di William Orlandi, con pochi elementi è efficace e convincente anche per i bellissimi costumi sempre di Orlandi e un effetto luci di gran classe, scuro e tenebroso come l'opera richiede, di Christian Pinaud. Mariani realizza una regia elegante, creando scene stile tableau vivant, muovendo i protagonisti e le masse con simmetria classica che rendono ancor più epica la drammaturgia, non cerca fortunatamente trovate “moderne” ma si attiene al libretto e al senso cavalleresco della vicenda.
Sul podio c'era Daniele Rustioni, che concerta con vigore e significativa perizia di particolari. Egli sa imprimere all'orchestra, che lo segue con ottima professionalità, tinte e colori davvero pertinenti, oltre a sostenere un ritmo narrativo di particolare efficacia nei momenti tersi e una melodia accurata nelle scene liriche.
Il cast dimostrava alcune lacune e qualche particolare novità. Roberto Tagliavini si dimostrava un buon Ferrando, musicale, pur senza peculiari accenti. A nostro avviso Carmen Giannatasio non era nella parte per mancanze vocali di spessore e cavata musicale, ruolo troppo drammatico per lei e non risolvibile con una liricità approssimativa, inoltre il registro acuto era spesso forzato e limitato. Artur Rucinski era un Conte d'intonazione precaria e monotono nel canto, non centrando il personaggio nobile optando piuttosto per una crudeltà volgare nel canto. Entrambi nel terzetto finale atto primo non dimostravano trasporto ed enfasi. Veronica Simeoni era una discreta Azucena pur con un timbro molto sopranile. Già in altre occasioni ho espresso dubbi sul registro vocale della cantante, che sono ribaditi anche in quest'occasione, la quale ha dimostrato ampia musicalità e accenti curati ma il fraseggio era piuttosto banale.
Discorso a parte merita Gregory Kunde che interpretava Manrico. Il cambiamento di carriera di Kunde è noto a tutti, e da ruoli belcantistici e più leggeri è passato in età non più verde a ruoli tipicamente drammatici e con risultati rilevanti. Sgombriamo subito la questione che per il ruolo di Manrico si preferirebbe una voce più piena e armoniosa, del giovane innamorato ma anche del baldanzoso cavaliere. Per ovvie ragioni Kunde non può avere oggi tale caratteristiche. Tuttavia non possiamo sottovalutare la sua performance in questo Trovatore. Innanzitutto è un tenore sicuro in ogni momento dell'opera, non c'è passo che lo metta a disagio, pur con un'ombra di fissità e una modulazione di voce che non è pretendibile. Nella grande aria del terzo atto è preciso e musicale, ovviamente gli riesce difficile essere anche variegato e amoroso, ma si riscatta nella cabaletta che innanzitutto esegue con il da capo, i suoi colleghi molto più giovani non osano tanto, e inserisce delle variazioni nel da capo come avrebbe fatto un ottimo tenore della metà dell'ottocento. Non possiamo che plaudire tale esibizione, forse non di riferimento ma certamente di rara musicalità, perizia filologica e professionalità, ricordandoci che in giro non ci sono tanti cantanti migliori. Completavano con buona resa la locandina: Elisa Savino, Dionigi D'Ostuni, Salvatore Giacalone e Bo Schunnesson. Buon successo al termine.
Lukas Franceschini
20/10/2014
Le foto del servizio sono di Michele Crosera.
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