RECENSIONI
-

_ HOMEPAGE_ | _CHI_SIAMO_ | _LIRICA_ | _PROSA_ | _RECENSIONI_| CONCERTI | BALLETTI_|_LINKS_| CONTATTI

direttore responsabile _ Giovanni Pasqualino_


 

 

 

 


 

Concerto tutto all'insegna di Beethoven

al Bellini di Catania

Le piace Beethoven? Parodiando il celebre titolo del romanzo di Françoise Sagan che si riferiva invece a Brahms possiamo affermare risolutamente e senza timore di venire smentiti che le musiche del grande di Bonn attirano parecchio pubblico a un concerto e ancor più l'attraggono se a interpretarle sono un grande violinista come Uto Ughi e un magnifico conduttore come Stefanos Tsialis.

Infatti venerdì 12 aprile (ma il concerto viene replicato il 13) abbiamo avuto la gioia e la soddisfazione di vedere il nostro teatro colmo di gente, molti erano anche giovani e giovanissimi, una moltitudine che affollava non solo il parterre ma anche i palchi e la sovrastante galleria. Il ghiotto programma della serata prevedeva la Romanza n. 2 per violino e orchestra in fa maggiore, op. 50 e il Concerto per violino e orchestra in re maggiore, op. 61 di Ludwig van Beethoven, ai quali è seguita nella seconda parte la Sinfonia n. 4 in si bemolle maggiore, op. 60 dello stesso grande compositore tedesco.

Abbiamo recensito per decenni le magistrali interpretazioni del celebre violinista nato a Busto Arsizio e ogni volta non abbiamo potuto far altro che registrare la sua notevolissima versatilità musicale, la sua strabiliante tecnica, il suo ammaliante fraseggio, la raffinata gamma espressiva del suo mondo interiore, la sua lettura sempre attenta a ogni particolare e a ogni minuzia agogica e dinamica. Non vogliamo certo esibirci nel ruolo degli eruditi pedanti, né andremo a cercare le pulci nella criniera del leone, che è rimane un'animale la cui regalità si conferma indiscussa, così come indiscussa resta la magnificenza delle esecuzioni di Uto Ughi; tuttavia l'esecuzione della celebre Romanza non offriva quello smalto e quella lucentezza di suono solitamente prorompente e dilagante dal suo strumento, offrendosi in certi passaggi alquanto opaca e poco nitida e cristallina, oltre a certe note acute talvolta poco rifinite e poco limate: probabilmente l'età (l'artista ha 75 anni) comincia a farsi sentire.

Il famoso violinista ci è invece sembrato più a suo agio nel Concerto dove si è disteso nella produzione di sonorità vivide e trasparenti non mancando di mettere in campo una penetrante e costruttiva dialettica interattiva con l'intera orchestra, ove il dialogo fra il solista e il blocco degli strumenti diventava compenetrazione costruttiva e qualche volta perfino concordia e fusione nella finalità di intenti espressivi e formali concorrenti alla complessiva struttura dell'impalcatura globale della partitura.

Alle reiterate e calorose ovazioni tributate dal foltissimo pubblico intervenuto l'insigne violinista ha risposto con l'esecuzione di una gioiosa pagina tratta dalla Partita in mi maggiore N. 3 BWV 1006 per violino solo di Johann Sebastian Bach cioè Gavotte en rondeau.

La seconda parte del concerto esibiva la quarta Sinfonia di Beethoven, forse la più gioiosa e limpida delle sue sinfonie, nella quale l'autore offre una spazio di letizia, calma e serenità attraverso cui i suoni trasmettono giochi e arabeschi di immagini serene e riposanti. Difatti la chiara e trasparente partitura si inserisce a pieno titolo come uno stacco, quasi un'ampia pausa, fra due tumultuose e tumultuanti sinfonie: la terza (Eroica) e la quinta (quella del destino che bussa alle porte), una specie di ampia valle ampia e piacevole fra due montagne o per meglio dire con una splendida definizione di Robert Schumann «…una slanciata fanciulla greca fra due giganti nordici…».

Il maestro Stefanos Tsialis, direttore principale e artistico dell'Orchestra di Stato di Atene dal 2014, ha condotto con grande abilità, sicurezza e disinvoltura l'orchestra del nostro teatro che ha risposto con uguale professionalità a ogni sollecitazione proveniente dal bravo conduttore. Molto accurata, l'interpretazione della partitura riusciva a sondare ogni anfratto, ogni recesso e ogni piccolo angolo fonico senza lasciare nulla al caso o all'improvvisazione. Non solo l'intera dinamica della composizione si presentava in modo rifinito e perfezionato ma anche e soprattutto l'equilibrio generale risultava misurato, elegante e quanto mai sobrio. Insomma un'esecuzione di elevato spessore artistico, avvalorata dal generale entusiasmo e dall'infiammato consenso dell'uditorio, cha ha confermato i meriti già ottenuti dall'abile maestro greco e dalla nostra efficiente ed efficace orchestra stabile.

Giovanni Pasqualino

13/4/2019

La foto del servizio è di Giacomo Orlando.