Turandot
all'Arena di Verona
Il quarto titolo programmato al Festival dell'Arena di Verona è stato Turandot di Giacomo Puccini, nell'allestimento curato da Franco Zeffirelli. Recensisco una recita di agosto poiché quando andai a luglio, la rappresentazione fu sospesa dopo il primo atto per una violenta bomba d'acqua che si rovesciò sul centro di Verona e rese impossibile il proseguimento della recita.
Lo spettacolo con regia e scene di Franco Zeffirelli ha sempre riscosso molti plausi e consensi sin dalla prima proposta. Tuttavia, dobbiamo rilevare che non è un vero e proprio nuovo allestimento poiché si tratta dell'impianto creato per il Teatro alla Scala nel 1983, poi modificato e riallestito al Teatro Metropolitan nel 1988 e ora riadattato per gli spazi dell'anfiteatro veronese. È indubbio che il grande colpo d'occhio della scena della reggia di Pechino sia emozionante e imponente e non può che suscitare meraviglia per un fascino di colori ma è cosa già vista. Inoltre, per realizzare questo si sacrificano molte altre importanti scene costrette in spazi limitati sul proscenio e come da stile zeffirelliano affollatissime di comparse e mimi all'inverosimile, soventi inutili. Della traccia registica non c'è gran che, anche se oggi è stata ripresa da un coordinatore interno alla Fondazione, spesso i cantanti solo lasciati al loro istinto, e come il solito si apprezza più lo scenografo che il regista. Molto belli e ricchissimi i costumi di Emi Wada, che da soli creano una scena stupefacente, però quello della Principessa poteva essere più imponente giacché non aveva nulla di regale e di distinguo con le altre figure femminili della corte.
Sul podio abbiamo ritrovato il veronese Andrea Battistoni, il quale dimostra una maturazione professionale rilevante e più affinità con i grandi spazi areniani. accomunata da uno stile più appropriato nella difficile partitura pucciniana. A essere precisi qualche sfasatura tra il coro e i solisti c'è stata, ma molto marginale, piuttosto si è notata l'intenzione del direttore di scavare a fondo nello stile cercando di rendere evidenti timbri e cromatismi che trovano una loro logica nell'incompiuta e in parte innovativa opera pucciniana, anche se l'esecuzione all'aperto soffre di limiti. Buona la prova del Coro, pur notando in alcuni momenti qualche imprecisione, e apprezzabile il Coro di Voci Bianche A.d'A.Mus diretto da Marco Tonini.
Oksana Dyka, la principessa Turandot, avrebbe dalla sua una voce adatta al ruolo accomunata a un variegato fraseggio, pur non essendo esplicitamente drammatica, ma lo spessore nella zona grave è sovente assente e gli acuti spesso limitati e forzati. Il Calaf di Walter Fraccaro è apparso stanco e molto affaticato, il settore acuto era stentoreo e mancava quello squillo energico che distingue il ruolo ma nel complesso ha dimostrato una buona professionalità.
Diverso il giudizio su Donata D'Annunzio Lombardi, Liù, la quale ha una voce molto bella e lirica, una spiccata dolcezza nel canto assieme ad un variegato uso dei colori. Purtroppo nell'aria del primo atto, peraltro iniziata molto bene, giunta alla smorzatura finale la voce si è inceppata in una sorta di “scrocco”, tal effetto ha condizionato la sua esibizione dal punto di vista emotivo poiché in seguito ha giocato molto di rimessa forse per paura di altri incidenti. Peccato perché credo avrebbe fatto una buona recita, speriamo di risentirla in prossime occasioni.
Rilevante il Timur di Carlo Cigni, bel timbro e molto partecipato il personaggio. Bravi i tre ministri Ping, Marcello Rosiello, Pong, Francesco Pittari, Pang, Giorgio Trucco, cha hanno dimostrato un'ottima professionalità canora e un'animata prova teatrale, molto ben eseguita la scena prima del II atto, nella quale hanno trovato un equilibrio molto apprezzabile. Ben realizzato il flebile Imperatore da parte di Cristiano Olivieri e positivo il mandarino di Paolo Battaglia.
Anfiteatro quasi esaurito in questa recita di fine stagione e infrasettimanale e successo entusiasta al termine.
Lukas Franceschini
7/9/2016
La foto del servizio è di Ennevi – Arena di Verona.
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