Barcellona
Bis repetita placent
Certamente il titolo preso dall'Ars poetica di tale Quinto Orazio Flacco si riferisce a una parte della distribuzione, visto che la messinscena e quasi i tutti i comprimari non meritano forse nuove impressioni, tranne che il Mandarino di Michael Borth era ancora più debole mentre le maschere interpretavano purtroppo quel che dovevano interpretar e cantavano molto più affiatate. Anche il nuovo principe di Persia (Emili Rosés) era più o meno eguale al suo predecessore. Forse si potrebbe dire che l'allestimento, da più vicino e più centrale, era molto spettacolare ma i contrasti con il testo (non solo ma principalmente alla fine dell'opera) erano ancora più molesti e ovvi. Tanto sventolare di bandiere nell'atto primo e quando se ne fa esplicito riferimento le due poverette che sono accanto ad Altoum restano immobili più di Gemmy nel Guillaume Tell. Mi ripeto per cori e orchestra; L'orchestra e il suo titolare Josep Pons si facevano onore ed erano il punto più alto della serata. Il coro preparato dalla solita Conxita García, molto efficace, sembrava un po' scarso in alcuni momenti. Bene il Coro Infantile Vivaldi istruito da Òscar Boada.
I quattro principali erano parecchio diversi a quelli del primo cast. Sugli scudi Gregory Kunde, non solo e non tanto per il do alla fine del secondo atto non scritto ma per la varietà di accenti e lo splendido stato del suo strumento malgrado qualche velatura in zona centrale che non è stato mai bello' ma che gli consentiva di essere un grande Calaf particolarmente in un terzo atto esemplare.
Anita Hartig gli è arrivata vicino con una Liù di voce chiara, uguale, ottimamente proiettata, magari i pianissimi non sono adesso il suo forte perchè piuttosto accennati e con un tremolo leggero ma percettibile.
Lise Lindstrom può fare effetto in Strauss. L'emissione troppo tedesca, perfino per cantanti di questo repertorio, non solo lontanissima dalla Nilsson, dalla Kuchta, dalla Marton e dalla Stemme, ma anche dalla stessa Theorin dell'attuale prima distribuzione, con un paio o tre di momenti assolutamente fuori controllo nell'atto terzo, più un grave debole e un timbro bruttissimo non hanno fatto sognare, ma è un'artista intensa e soprattutto nel secondo atto è stata una principessa di gelo accettabile.
Ante Jerkunica ha il fisico, il timbro e il volume per Timur ed è un bravo artista, ma dovrebbe rivedere la sua tecnica perchè quando arriva qualsiasi acuto la voce perde spessore, qualità e diventa tesa e fissa. Da citare almeno ancora una volta Chris Merritt nei panni di Altoum. Grande successo e molto pubblico. All'inizio la situazione della Catalogna rispetto alla Spagna con le sanzioni enormi imposte ai politici in prigione si palesava in una più che rumorosa protesta. Il Liceu è stato sempre un barometro infallibile della temperatura locale. Bisognerebbe magari fare più attenzione alla lirica.
Jorge Binaghi
16/10/2019
La foto del servizio è di Antonio Bofill.
|