RECENSIONI
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direttore responsabile _ Giovanni Pasqualino_


 

 

 

 


Barcellona

Così così

Due compagnie diverse al Liceu per un Così fan tutte con un allestimento in coproduzione con La Fenice, regía di uno dei direttori di moda, Damiano Michieletto, che dà prova ancora una volta di essere tanto inteligente quanto scarsamente interessato a piccoli dettagli quali libretto e musica, in questo particolare caso, poco suscettibili di vedersi bollati ‘di scarso interesse'. Penso che quando più ho apprezzato il lavoro di questo regista e i suoi collaboratori sia stato di recente nel teatro di prosa (Divinas palabras di Valle Inclán al Piccolo di Milano un paio di mesi fa) più che nelle sue diverse messinscene liriche. La sua versione è assolutamente pessimistica, disincantata e per di più letta in chiave ipermoderna, non solo dovuta all'ambientazione in un albergo ‘design', con tanto di bar, ricevimento e camera ‘ad hoc', claustrofobica, con un Alfonso troppo crudele e libertino, due ragazze un po' stupidine di buon livello economico, due scemi che sono praticamente uguali mascherati o ‘al naturale' (di naturale, ovviamente, qui niente), una cameriera talmente furba che non ha bisogno di cambiare abiti per le sue apparizioni in veste da medico o notaio…

Il lavoro del direttore musicale della casa, Josep Pons, è buono, ma manca di spirito e di agilità, con tempi piuttosto lenti; l'orchestra, come il coro, suona bene senza però che gli archi arrivino ancora alle trasparenze che qui ci vogliono eccome.

Nel primo cast spicca in tutti gli aspetti la Despina di Sabina Puértolas, subito seguita dal Guglielmo di Joan Martín-Royo e un po' meno dalla Dorabella di Maite Beaumont, preferibile nel secondo atto; durante il primo proiezione e volume non erano cospicui. Juliane Banse canta bene, ma per Fiordiligi manca di gravi e di agilità, la voce non è bella, e l'acuto è metallico; l'interprete poi è corretta e basta. Lo stesso va detto del Ferrando di Joel Prieto, che ha un timbro piacevole e oggi può vantare un volume più che discreto (non era il caso qualche anno fa), ma nel secondo atto mostra limitazioni e forzature in zona acuta e nel primo canta ‘Un'aura amorosa' in modo alquanto monotono e senza vere e proprie mezzevoci. Pietro Spagnoli conosce stile e tecnica e si cala perfettamente nei panni del Alfonso richiesti dal regista, ma dal punto di vista vocale suona stanco e nasale.

Nella seconda compagnia alti e bassi erano pari. Anna Tobella è una valida Despina sia come scena sia come canto. Maite Alberola non ha la voce nè la presenza scenica ideali per Fiordiligi benché si arrangi parecchio bene soprattutto quando la tessitura non insiste in zona grave, quando non deve filare gli acuti, che sono sempre forti e non di rado viziati da tremolo e alquanto metallici – tutto l'atto primo fino a ‘Come scoglio' è andato così – e quando non le si chiedono agilità e ornamenti. Gemma Coma-Alabert campa una Dorabella che dimostra il suo constante progresso, l'acuto però è qualche volta asprigno e aperto, e la qualità del timbro non ha niente di particolare, con in più una forte personalità. David Alegret è Ferrando di voce piccola e nasale, musicale certo e bravo interprete, ma il ruolo richiede altro livello. Borja Quiza ci offre un Guglielmo appassionato (troppo) nella lettura vocale e scenica: l'impressione è buona ma ci si domanda cosa avverrà quando deciderà di cantare altri ruoli di un altro repertorio. William Berger eccelle in Alfonso ma, naturalmente, per poter giudicarlo dal punto di vista puramente vocale si dovrebbe aspettare un'altra parte; intanto il suo italiano è un po' zoppicante.

Jorge Binaghi

29/5/2015

Le foto del servizio sono di Antonio Bofill.