RECENSIONI
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Monaco

Un Otello quasi perfetto

Il grande Festival estivo a Monaco di Baviera è impossibile da seguire nella totalità degli spettacoli. Questa volta sono stato invitato (grazie mille) per questo titolo e Turandot. Ho avuto la sfortuna, che mi è stata sempre compagna qui, di un'altra delle cancellazioni di Jonas Kaufmann che aveva cantato la prima recita – oltre a finire quasi contemporaneamente la registrazione della stessa opera. A quanto pare un giorno prima ha avuto un'infezione. Chiaramente non è facile trovare un tenore disponibile e men che meno per una parte così tremenda. Come anni fa è arrivato Zoran Todorovich. Siccome ha salvato la recita sulla sua prestazione dirò solo che è stata più che insufficiente.

Per il resto solamente lodi, eccezion fatta però per alcuni momenti del nuovo allestimento di Amélie Niermeyer che, se ha il pregio di fare di Desdemona la protagonista vera e dare un'immagine sconvolgente di Jago, non doveva fare del protagonista poco più di una marionetta nè forzare alcune indicazioni chiarissime del testo. Complessivamente però si tratta di uno spettacolo davvero forte e si può sorvolare su tutto, tranne l'interpretazione di Otello. Terribili i costumi di Annelies Vanlaere, ad eccezione di quelli di Desdemona, ma la povera Emilia era conciata in un modo neanche giustificato dallo spostamento – inutile – di epoca con scene di Christian Schmidt.

Kirill Petrenko è un grande ormai riconosciuto e non starò a cantare le sue lodi. Dalla tempesta iniziale agli accordi finali si è mostrato degno della sua fama. Tempi precisi, incalzanti ma mai frettolosi, un'atmosfera di tragedia che perfino aleggia in certe frasi del duetto d'amore, un rapporto privilegiato con il palcoscenico e un'orchestra che interpreta esattamente ogni suo gesto. Tanto di cappello. Molto bravo il coro preparato da Stellario Fagone, forse un po' aspre qualche volta le voci maschili.

Sugli scudi Anja Harteros e Gerard Finley. Lei una Desdemona ideale da qualsiasi punto di vista, padrona della voce e interprete fuoriclasse. Finley, anch'esso vestito in modo poco adatto, ha fatto un perverso eccezionale con un fraseggio intelligentissimo, buona voce se non la più bella, e un lavoro scenico straordinario, da balzare in piedi.

Bene, ma non a questo livello ovviamente, tutti gli altri, in particolare il Cassio di Evan LeRoy Johnson, l'Emilia di Rachel Wilson, il Lodovico di Bálint Szabó e il Rodrigo di Galeano Salos. Anche degni di lode il Montano di Milan Siljanov e l'araldo di Markus Suihkonen. Naturalmente tutto esaurito e tanti applausi.

Jorge Binaghi

25/7/2019

La foto del servizio è di Wilfried Hösl.