L'opera nel Novecento
di Riccardo Viagrande
L'odierna musicologia ha diversi settori di specializzazione. La Musicologia Sistematica che è volta alla comprensione del fenomeno musicale in quanto tale, lavora con metodo empirico-analitico e si rivolge allo studio della struttura della composizione e delle leggi che governano l'esperienza musicale. La Musicologia storiografica invece è volta alla comprensione della storia della musica europea dalle origini ai nostri giorni con i suoi problemi estetici e sociali, inoltre quest'ultima lavora con metodo storico-ermeneutico e si occupa della comprensione delle composizioni musicali connettendole con la cultura, con le altre arti e con gli eventi storici contigui. Riconosciuta l'influenza determinante della realtà storico-sociale sull'opera d'arte bisogna meglio definire anche i compiti delle ricerche di sociologia della musica, infatti all'interno del panorama odierno delle ricerche socio-musicologiche è presente una polarizzazione fra: un'indagine che privilegia un metodo empirico-induttivo e che si rivolge all'analisi dei gruppi sociali che gravitano attorno al mondo musicale e un'indagine che si serve di un metodo ermeneutico-speculativo che analizza il contenuto (significato) sociale immanente all'opera musicale (Adorno).
Altra polarizzazione si avrà fra la storia sociale della musica e la sociologia della musica vera e propria. Infatti la storia sociale della musica è essenzialmente una conoscenza del concreto e il suo scopo è di descrivere la storia della musica in connessione con la storia delle società, di stabilire i legami che la uniscono ai fenomeni artistici, culturali e sociali (per esempio descrivere e spiegare il ruolo dell'impresario, il ruolo del direttore d'orchestra, il ruolo dell'editore di musica, ecc). La sociologia della musica, al contrario, non si arresta alla conoscenza del concreto ma la supera e mira ad un altro livello di conoscenza, mira alla “tipizzazione”. La sociologia della musica pertanto coglie i fatti ad un livello più profondo, essa si occupa in prevalenza del rapporto musica-politica e musica-potere.
Premessa metodologica necessaria la nostra per presentare al pubblico l'uscita, da appena un mese, del volume L'Opera del Novecento, trame, successi e fiaschi in Italia, Europa e Stati Uniti di Riccardo Viagrande, stampato dalla Casa editrice Eco di Milano. Il corposo volume, che si propone di fornire un panorama quanto mai ampio, esaustivo e articolato della produzione operistica novecentesca, rappresenta l'ultima tappa di una tetralogia dedicata alla storia del melodramma e che è stata preceduta dai volumi: Il carro di Tespi (Storia del tetro musicale dall'epoca classica al cinquecento), Che farò senza Euridice (Il teatro musicale in Europa nei secoli XVII e XVIII), Casta Diva (Il teatro musicale in Europa dall'età rossiniana alla seconda metà dell'Ottocento).
Il pregio dell'ultimo volume, ma possiamo ben dire di tutta la tetralogia di Viagrande, sta proprio nel fatto di utilizzare le varie tendenze di indagine musicologica sopra evidenziati, riuscendo a dare di ogni opera in musica sia una lettura sistematica che una lettura storiografica, senza peraltro tralasciare di analizzare gli aspetti di storia sociale della musica . L'approccio totalizzante dello studioso, che pertanto si rivela vasto e articolato, riesce a dare al lettore un quadro quanto mai ampio e ricco dell'arte operistica occidentale Egli stesso chiarisce nella sua Premessa la sua metodica di analisi e d'orientamento: «Protagonista di questo saggio è l'opera, non tanto il singolo compositore; di essa si fornisce al lettore una guida all'ascolto in cui, oltre ad un'analisi della parte musicale, vengono delineate la sua genesi, la sua ricezione, attraverso recensioni della prima rappresentazione, e la sua fortuna con le riprese moderne».
Il volume è diviso nelle sezioni: L'opera in Italia, l'opera in Francia, l'opera nei paesi di lingua tedesca, l'opera in Inghilterra e nei paesi scandinavi, l'opera in Spagna, l'opera nei paesi dell'est europeo, l'opera negli Stati Uniti. Vengono così offerte al lettore analisi intelligenti e accurate della produzione operistica italiana di Respighi, Casella, Malipiero, Pizzetti, Zandonai, Gnecchi, Ghedini, Rocca, Refice, Marinuzzi, Petrassi, Dallapiccola, Rossellini, Rota, Tosatti, Mannino, Nono, Maderna, Berio, Chailly, Manzoni, Bussotti, Danatoni, fino ai più moderni e contemporanei Battistelli, Panni, Betta, D'Aquila, Francesconi, Corghi e Marco Tutino. E della produzione di autori europei quali Charpentier, Debussy, Dukas, Ravel, Roussel, Stravinskij, Milhaud, Poulenc, Sauguet, Honegger, Strauss, Schreker, Hindemith, Orff, Weill, Britten, De Falla, Prokof'ev, Šostakovic, Rachmaninov, Novak, Martinu, Bartòk, Gershwin, Menotti, Bernstein, per arrivare alle tendenze contemporanee più recenti.
Il significativo saggio è completato dagli indici dei nomi, delle opere e da una bibliografia essenziale che, come afferma lo stesso autore: «…possa essere da stimolo per ulteriori approfondimenti». Uno studio accurato e attento che riesce ad offrire una visione complessiva a ventaglio del fenomeno dell'Opera nella cultura occidentale.
Giovanni Pasqualino
11/11/2020
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