Macerata
Ancora la Traviata degli specchi
Il Festival è riuscito a presentare in forma scenica due titoli, il che significa un evidente progresso in confronto con l'estate scorsa. E' vero che la popolare opera di Verdi forse poteva aspettare, in particolare se ci troviamo ancora una volta con l'allestimento per la regìa di Henning Brockhaus che si avvale delle scene monumentali (appunto con degli enormi specchi) del grandissimo Josef Svoboda. Ma strada facendo si sono aggiunti alcuni dettagli, in particolare coreografici, che non migliorano l'aspetto scenico, anzi: oggi è molto meno suggestivo senza aver guadagnato in eleganza. E poi va detto che se Brockhaus è stato molto coraggioso nel denunciare ‘l'affare Regio di Torino' insieme a Del Monaco la sua lettura del dramma di Violetta sembra oggi un po' scontata anche se non disturba. Meno ancora era d'aiuto la direzione musicale di Paolo Bortolameolli, con dei tempi mortuori anzichè lenti (il recitativo ‘Lungi da lei' è stato un esempio da manuale), languidi, grigi e con qualche colpo che non riusciva a creare un ambiente. Con l'inizio del preludio al primo atto Violetta era già morta da un pezzo. L' Orchestra Filarmonica Marchigiana pareva molto spesso suonare in sordina ma senza errori materiali di esecuzione. Eccellente il Coro ‘Vincenzo Bellini' della regione de Le Marche, magnificamente istruito da Martino Faggiani.
Claudia Pavone è il solito liricoleggero ma la voce sembra in fase di sviluppo verso il lirico, è alquanto metallico in particolare in zona acuta, evitò correttamente il famoso ‘mi' non scritto alla fine dell'atto primo (e ha fatto benissimo), la scena in casa di Flora è alquanto pesante per lei. Cantava con buona espressività la versione completa dell'”Addio del passato' ma nella lettera precedente non fece nessuna impressione. Si muove bene e non vedo grandissima differenza e alcune colleghe più famose con gli stessi problemi in centri e gravi e alcuna anche in acuto.
Marco Ciaponi ha dalla sua una bella voce, troppo leggera ancora per Alfredo, e sarebbe stato più prudente sopprimere la puntatura non scritta a conclusione della cabaletta perchè fece sentire un suono strano, brutto e forzato. Anche la scena di Flora è troppo per lui e nell'ultimo atto aveva il fiato corto in ‘Parigi o cara'. L'attore è discreto e disciplinato. Sergio Vitale è in possesso di un bel timbro scuro ma la voce non corre troppo bene perchè rimane quasi siempre indietro e solo si libera per apprezzabili mezzevoci e un centro interessante; neanch'esso si dimostra attore di rilievo. Tutte le altri parti erano accettabili, tranne il Gastone di Marco Puggioni i cui interventi nell'atto primo erano esasperanti. Molto pubblico tenendo conto delle severissime misure di controllo, e buona intensità degli applausi finali.
Jorge Binaghi
16/8/2021
La foto del servizio è di Tabocchini Zanconi.
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