Peralada
Due Wagner ben diversi
Il Festival ‘Castell de Peralada' continuava la sua attività con due programmi dedicati a Wagner. Il primo era un concerto sinfonico-vocale con l'orchestra del Mariinski di San Pietroburgo e il suo direttore Valery Gergiev che insieme all'atto primo di Valchiria (con solisti anche del famoso Teatro) eseguiva la sinfonia de I Maestri Cantori e il preludio dell'atto primo di Lohengrin e, questa volta con il contributo del soprano Eva-Maria Westbroek, il preludio, il monologo dell'atto primo e la ‘morte d'amore' del Tristano. I risultati, sempre importanti, non erano omogenei. Tra i solisti russi spiccava Michail Petrenko (Hunding) che cantava senza partitura in modo ottimo ma con un fraseggio un po' desueto. Ancora più sopra le righe il soprano Miada Judoléi (Sieglinde), voce troppo scura e acida per la parte, e assolutamente privo di fraseggio e d'intenzione benché con tutte le note più o meno a posto il tenore Avgust Amonov (Siegmund). La Westbroek otteneva un bel trionfo – meritatissimo – nei panni d'Isotta, ma dovrà fare attenzione quando canterà (fra poco) l'opera in versione scenica integrale perchè si lascia andare troppo, cosa che fa un bel effetto ma che è tutt'altro che priva di rischi per una parte così impervia. L'orchestra non era in perfetta forma nei momenti vocali ma invece si mostrava eccezionale in quelli sinfonici e il maestro era un notevole interprete del Tristan e perfino del Lohengrin, ma molto meno de I Maestri. Per quanto riguarda la prima giornata del Ring l'esito era alterno, più interessante nei momenti più raccolti, meno in altri dove si poteva aspettare altro (per esempio la tempesta iniziale). Grande successo di pubblico anche se non c'era il ‘tutto esaurito'.
Interessantissima poi la prima assoluta in Spagna della versione – ridotta per orchestra da camera, chitarra elettrica e sassofoni, che qualche volta suonavano un po' strani – de Il divieto d'amare (Das Liebesverbot) snobbata, e non a ragione, dallo stesso autore. E vero che l'aspetto comico (si tratta di un rifacimento di Measure for Measure di Shakespeare) non è molto riuscita e che il Wagner che conosciamo è quasi assente (c'è tanto Weber, magari qualche Donizetti, ma si trovano dei momenti che fanno pensare – e chiaramente – al Tristano o al Tannhaüser) ma ci troviamo davanti a un titolo senz'altro ‘minore'che varrebbe la pena di rispolverare in modo più completo e ‘ortodosso'.
Questo spettacolo prendeva spunto da quello preparato dal regista Georgios Kapoglou per il Festival di Giovani Artisti del 2995 a Bayreuth, mentre la riduzione e orchestrazione è di Frank Böhme, con il quale ha collaborato il giovane maestro Fabio Nardi, direttore della serata. Bravi il coro da camera del Palau de la Música Catalana , istruito da Josep Vila (alcuni dei membri del coro interpretavano anche le parti di fianco) e l'Ensemble Orchestrale di Cadaqués. Tra i giovani solisti spiccavano i soprani Mercedes Gancedo (Marianna), Rocío Martínez (Dorella), Julia Farrés-Longueras (Isabella), i tenori Vicenç Esteve Madrid (Claudio), David Alegret (Luzio) e i baritoni Alex Sanmartí (il serio Friedrich), e lo scintillante Brighella di Enric Martínez-Castignani. Calda accoglienza del pubblico nello spazio della chiesa del Carmen collegata al castello, trasformato per l'occasione in ‘palcoscenico' dell'epoca di Shakespeare.
Jorge Binaghi
9/8/2013
Le foto del servizio sono di Shooting-Miquel Gonzáles.
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