Friedrich Nietzsche musicista e musicologo
nel 180° della nascita
Friedrich Nietzsche nacque a Röcken, piccolo villaggio della Sassonia prussiana, il 15 ottobre del 1844 da Franziska Oehler e Karl Ludwig Nietzsche, un pastore protestante che era anche un buon musicista dilettante e abile improvvisatore al pianoforte. Dopo la prematura morte del padre avvenuta nel 1850, il bambino si trasferisce con madre e sorella a Naumburg dove fra i nove e dieci anni inizia lo studio del pianoforte con un oscuro organista della città e comincia altresì a comporre brevi brani pianistici. Frequenta anche abbastanza assiduamente la casa dell'amico Gustav Krug, vero e proprio cenacolo di scrittori e musicisti di Naumburg. Nell'autunno del 1858 Nietzsche è accolto nella celebre scuola di Pforta, ove completerà il ginnasio e gli studi classici rimanendovi fino al settembre 1864. E' proprio nel periodo di frequenza a Pforta che compone la maggior parte delle opere musicali che ci ha lasciato, indeciso ancora fra l'insegnamento dei classici greci e latini e l'attività di musicista. Testimonianza di tale operosità compositiva è l'esistenza di decine di biglietti nei quali chiede continuamente al suo istitutore soldi per l'acquisto di carta da musica e per il nolo di un pianoforte: negli antichi collegi infatti gli alunni non potevano tenere denaro presso di sé ed erano posti sotto la sorveglianza di un istitutore, avente il compito di fornir loro quel che necessitava. In questi anni nel giovane Nietzsche è molto forte l'ammirazione per Ludwig van Beethoven, tanto forte che la parte finale dell'Allegro in Do maggiore del 1858 è molto simile all'Adagio della Sonata op. 27 n. 2 detta Chiaro di luna del grande di Bonn. Del 1858 è anche la prima composizione pianistica a quattro mani. Fra il 1859 e il 1861 la produzione musicale nietzschiana si rivolge anche alla musica sacra, lasciandoci copiosi frammenti di una Messa che però non verrà mai completata. Egli è ancora lontano dal suo filosofare “col martello” e nei suoi appunti biografici di questo periodo la sua fede è ancora forte: “Dio ci ha dato la musica in primo luogo per indirizzarci verso l'alto. La musica raduna in sé tutte le virtù…Ma il suo compito principale è guidare i nostri pensieri verso l'alto, così da elevarci, da toccarci nel profondo. Questo è soprattutto il fine della musica sacra”.
Del 1862 sono forse le migliori composizioni del giovane liceale in quanto brevi, essenziali e spontanee. Esse hanno un carattere d'improvvisazione tipico del foglio d'album e si rivelano come paginette deliziose, veri e propri momenti musicali. Così Lamento d'eroe, Marcia Ungherese, Ridi suvvia!, Chiaro di luna sulla Puszta rimangono i brani più significativi della produzione compositiva del futuro filosofo, oltre a due danze polacche, una Mazurka e una Czarda di un sapore tipicamente chopiniano. Della fine dello stesso anno è il poema, sempre per pianoforte, Ermanarico. Questa composizione è l'unica sulla cui concezione, genesi, intenti e realizzazione Nietzsche ci abbia lasciato palese testimonianza negli appunti di La mia vita. Con esso l'autore vuole fare della musica descrittiva, infatti si avverte l'influsso dei poemi sinfonici lisztiani e della musica a programma di Hector Berlioz, musicisti entrambi parecchio ammirati dal giovane Nietzsche. Lo spartito consta di 149 battute e rispetto alle altre brevi composizioni pianistiche è di una lunghezza inusitata, ma l'esigenza di esporre in musica la storia di Ermanarico deve aver travolto lo stesso suo autore che ci ha lasciato una descrizione che segue passo passo il brano, scandendone da un lato il significato, dall'altro il modo di esecuzione e le variazioni agogico-dinamiche.
Lasciata Pforta nel settembre del 1864, Nietzsche si iscrive all'università di Bonn in teologia e filosofia, ed è proprio tra il novembre e il dicembre dello stesso anno che scrive anche la maggior parte dei diciassette Lieder che ci ha lasciato. La forma e conduzione di tali pezzi è in linea con la tradizione tedesca, così come i testi (Goethe, Chamisso, Petöfi, Eichendorff); faranno eccezione Notte d'Inverno e Incantesimo, su testi di Puškin e Piangete su di lei su versi di G. G. Byron. Nietzsche comporrà fino al 1882, anno in cui musicherà l'Inno alla vita su versi di Lou Andreas von Salomè, ma in realtà le composizioni posteriori al 1864 (davvero poche) sono da considerarsi saltuari riavvicinamenti alla musica. L'iter creativo nietzschiano si conclude con l'Inno alla vita, punto d'arrivo di una frammentaria e discontinua parabola che vede il suo acme negli anni vissuti al liceo di Pforta. Nietzsche infatti compose in modo costante dal 1854 al 1864, cioè dai dieci ai vent'anni. Egli stesso così annota negli appunti autobiografici: “Fu solo nell'ultimo periodo della mia vita a Pforta che rinunciai, conoscendomi ormai a fondo, a qualunque progetto di vita artistica; da allora in poi nel vuoto così creato venne ad inserirsi la filologia”.
Infatti le musiche scritte dopo il 1864 saranno più musiche d'occasione e scritte senza alcuna pretesa artistica, per lo più per anniversari di amici e parenti. Inoltre dopo il 1864 fra una composizione e un'altra ci saranno anni di assoluto silenzio: per esempio fra il frammento di Kyrie per coro, orchestra e voce solista del gennaio 1866, dedicato alla madre e il Frammento a se stesso per pianoforte dell'ottobre 1871 ci sono quasi sei anni di completo silenzio. Nello stesso modo, fra la sua penultima composizione, il Lied Inno all'amicizia del 1874 e il Lied Inno alla vita del 1882 (ultima sua creazione) ci saranno ancora otto anni di silenzio e dopo quest'ultimo, fino al crollo mentale dell'uomo avvenuto a Torino alla fine del 1888, il silenzio assoluto.
Certo le musiche nietzschiane sono le produzioni di un geniale dilettante e non hanno certo il respiro della grande musica d'arte. Esse sono da considerarsi gli esperimenti compositivi di un giovane musicofilo anche se le sue competenze musicali saranno valido supporto al posteriore approfondimento estetico e filosofico del suo pensiero. Nell'ottobre 1865 Nietzsche lascia Bonn e si immatricola all'università di Lipsia in filologia; in questo periodo studia anche il pensiero di Arthur Schopenhauer e qualche anno dopo, nel 1868, conoscerà personalmente Richard Wagner. Gli studi di filologia, la filosofia di Schpenhauer e le idee di Wagner sulla Gesamtkunstwerk daranno l'impulso alla stesura del La Nascita della Tragedia dallo Spirito della Musica, pubblicata a Lipsia nel 1871. Il libro, dedicato a Richard Wagner e definito dallo stesso autore una “metafisica da artisti”, sarà apprezzato e lodato da musicisti quali Hans von Bülow e Franz Liszt.
Nel 1872, dopo la posa della prima pietra della Festpielhaus di Bayreuth, il grande teatro voluto da Wagner per la rappresentazione delle sue opere, Nietzsche comincia ad avvertire un certo malessere per l'esibizionismo e la compiacente accondiscendenza accordata da Wagner al pubblico di ricchi borghesi, banchieri, finanzieri, nobili e militari che affollano la manifestazione. Nel 1876 esce la Quarta Inattuale, dal titolo Richard Wagner a Bayreuth, che lo stesso autore sente oramai come il suo definitivo congedo dal musicista che, volendo accaparrarsi il consenso di un pubblico ogni giorno più ampio, indulge con sempre maggior frequenza alla sua natura istrionica. Nel gennaio del 1878 Nietzsche riceve lo spartito del Parsifal con dedica autografa di Wagner e così commenta, scrivendo al barone von Seydelitz: “Ieri, speditomi da Wagner, mi arrivò il Parsifal. Impressione a una prima lettura: più Liszt che Wagner; spirito della Controriforma; per me troppo abituato a ciò che è ellenico e universalmente umano, tutto troppo cristianamente limitato e temporaneo; una psicologia tutta fantastica; niente carne e molto, troppo sangue”.
Nel maggio dello stesso anno esce la prima parte di Umano troppo umano. Un libro per spiriti liberi, opera che segnerà la definitiva rottura fra i due amici. Wagner rimane sconcertato dal nuovo volume di Nietzsche, nato secondo lui sotto l'egida di un certo Illuminismo inviso al musicista (l'opera fu inizialmente dedicata a Voltaire) e attaccherà il filosofo senza nominarlo nell'agosto del 1878 sui Bayreuther Blätter, con l'articolo dal titolo Pubblico e popolarità. L'inimicizia Nietzsche-Wagner si placherà solo con la morte dei contendenti e neppure la fine di Wagner a Venezia nel 1883 impedirà al filosofo di scrivere e pubblicare qualche anno dopo, nel 1888, Il Caso Wagner, ove discredita il musicista e certa musica tedesca a favore di Bizet e di quella che lui definisce “musica mediterranea”. In verità nella sua pungente critica e in molti suoi aforismi egli aveva già individuato, fin da Umano troppo umano, non solo in Wagner ma negli artisti in genere, una natura istrionica che li porta a cercare sempre nel pubblico l'applauso e la sperticata approvazione, ravvisando anche nella musica un aspetto narcotizzante e sensuale che fa del pensatore uno dei primi profondi analizzatori degli aspetti socio-culturali del fenomeno musicale, tant'è che lo stesso filosofo Theodor Wiesengrund Adorno annoterà:” Nietzsche è quello che fra tutti ha maggiormente contribuito fino ad oggi alla conoscenza sociale della musica”.
Giovanni Pasqualino
11/10/2024
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