The Russian State Ballet
sbalordisce il pubblico del Teatro Bellini di Catania
Non vorremmo cadere nell'ovvietà ma quando uno spettacolo è avvincente non ha bisogno di moltissime spiegazioni o delucidazioni, trascina la nostra emotività e la trasporta sulle vette dell'entusiasmo e del godimento visivo ed uditivo, ancor più quando riesce a dar vita a vere e proprie sinestesie che sembrano schizzare come tanti fuochi di bengala da ogni parte del palcoscenico, fino a lasciare attoniti gli spettatori davanti a tanto multiforme profluvio di fantasmagorica creatività dinamica e coloristica.
Così The Russian State Ballet, martedì 19 febbraio 2013 (turno A), ha inaugurato lo spettacolo in due parti, Diaghilev e Nijnskij/Shéhérazade, la prima una fantasia coreografica di Viacheslav Gordeev su libretto di Aleksandr Maskov e la seconda il dramma coreografico di Michel Fokine su libretto di Kostantin Kostin e dello stesso Fokine. Le musiche del primo balletto erano di Carl Maria von Weber, Fréderic Chopin, Igor Stravinskij, Nicolaj Rimskij-Korsakov, Camille Saint-Saëns, mentre la seconda si avvaleva del poema sinfonico Shéhérazade di Nikolaj Rimskij-Korsakov.
La compagine slava ha riversato dal palcoscenico tutta la tradizione ballettistica proveniente dalla grande stagione di Diaghilev, stagione con la quale il balletto nel primo novecento riacquista la perduta antica primogenitura, risalente ai tempi del Re Sole, quando funzionò da catalizzatore di tutte le arti, capovolgendo ancora una volta la situazione a suo intero favore, con l'apparizione appunto sulla ribalta internazionale dei Balletti Russi.
La valida orchestra del nostro teatro è stata guidata con controllata passione eed elegante disinvoltura da Alevtina Ioffe, che ha saputo imprimere ad ogni singola partitura l'equilibrata dinamica, il perfetto ritmo, l'appropriata agogica, qualità tutte coordinate e amalgamate fra loro con alta classe, nobile compostezza e aristocratico portamento. Possessori di un sicuro e perfetto coordinamento muscolare, i solisti Maya Ivanova, Igor Subborin, Dmitry Prorsenko, Konstantin Telyatnikon hanno saputo accogliere ed esprimere, trasfigurandoli, gli aspetti più affascinanti e avvincenti dei temi sonori, nonché i vigorosi stilemi plastici nella loro nobile ed operosa compattezza spazio-temporale.
Viacheslav M. Gordeev è riuscito, certo con intenso e pervicace lavoro, a coordinare l'intera compagnia con grande forza e smisurato impulso, riuscendo a trarre da essa ogni valida spinta in avanti per saldare razionalmente l'insieme. Così nuove combinazioni e nuove arabeschi geometrici hanno potuto ogni volta delinearsi con accesa vitalità e impetuoso vigore di fronte ai sempre più stupefatti e sbalorditi spettatori del nostro teatro, che hanno applaudito con convinta ed entusiasta partecipazione. Di particolare attraenza e spettacolarità anche i magnifici costumi e le scattanti movenze coreografiche, frutto di alto gusto e raffinata scuola. Insomma una lezione d'alta classe da non dimenticare!
Giovanni Pasqualino
21/2/2013
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